Inglourious Basterds di Quentin Tarantino

Nel panorama odierno dove il cinema si muove su di una linea emotiva sempre più piatta, Tarantino riesce ancora ad entusiasmare: il regista sembra essere uno dei pochi ad avere ben salda in mano la ricetta del successo assicurato. Un successo non difficile da codificare se si pensa a quello che è stato il fil rouge del cinema come spettacolo, vale a dire lo stupore; e, infatti, anziché accumulare nella pellicola piani su piani Tarantino vi condensa lo spirito, ciò che accomuna Sergio Leone ai film di genere, gli spaghetti western al cinema d’autore, ovvero cercare di stupire lo spettatore grazie alla magia che ha in seno il cinema quando la miscela degli ingredienti (sceneggiatura, messa in scena, effetti, colonna sonora ecc. ecc.) è azzeccata.
La pellicola si muove tra due storie parallele ambientate nella Francia occupata dai nazisti che s’ intrecceranno, poi, nel comune finale. Da una parte quella di Shosanna Dreyfus (Mélanie Laurent), ebrea scampata allo sterminio della propria famiglia che eredita un cinema a Parigi e medita una vendetta contro i nazisti; dall’altra quella di Aldo Raine (Brad Pitt) tenente di una compagnia di soldati ebrei che si prefigge di sterminare tutti i soldati nazisti che incontra e di far loro lo scalpo, la squadra dei Bastardi (da qui il titolo del film) si troverà a collaborare poi con un’attrice tedesca, Bridget Von Hammersmark (Diane Kruger) con la quale sarà pianificato un attentato alle alte cariche del Terzo Reich.
Tarantino rimaneggia un pezzo di grande storia europea con la sapienza di chi scrive un film americano di genere utilizzando semplici stilemi ad effetto (nazisti come il male da combattere per ristabilire la giustizia, caratterizzazione stereotipica dei personaggi ) ma insieme, oltre alla parte metacinematografica -punto debole di ogni cinéphile, vi è lo spirito del cinema europeo, se vogliamo più idealista e dai margini più sfumati che ritroviamo nella storia d’amore tra due “emarginati” (l’ebrea e il francese di origini africana) che vive dentro le mura di un cinema e sconfigge l’ira nazista grazie alla passione delle idee.
Non bisogna ovviamente urlare al capolavoro, il film, piacevole nel complesso, non è scevro di pecche come la durata eccessiva e i dialoghi che se da un lato scoppiettano per il gioco linguistico creato tra francese, inglese e tedesco (che scema però nei sottotitoli italiani che traducono superficialmente) si dissipano poi in futili giochi di parola che alla lunga risultano ridondanti; e, se la trovata di un Brad Pitt attore siciliano “travestito” da Marlon Brando nei primi momenti è una vera chicca, non si capisce perché poi debba durare per tutto il finale anche una volta caduta la maschera del tenente, trasformando quello che poteva essere un simpatico escamotage cinefilo in un inutile scimmiottamento.
Tarantino è riuscito a metter su un buon film che nonostante la durata dilatata ltiene desta l’attenzione dello spettatore; altro merito è quello di aver fatto rivedere al cinema un film che non sia un mero surrogato televisivo e da ultima, ma perciò non meno importante, l’esser stato capace di trasmettere in toto al pubblico il grande amore che nutre per il cinema seppur attraverso un “film di Guerra” come Inglorious Basterds.

25 commenti:

Vision ha detto...

ammazza che recensione... bella davvero... come il film, d'altro canto...

a presto!!!

Pupottina ha detto...

ottima recensione.... mi hai incuriosita.
buon inizio settimana ^___________^

Christian ha detto...

Concordo con le tue riflessioni, anche quelle sui difetti del film (per esempio sui dialoghi). Che è divertente, ma non un capolavoro come il personaggio di Brad Pitt afferma invece nel finale. ^^
Notevoli comunque, come sempre, le citazioni cinefile.

Ciao!

monia ha detto...

#vision: grazie mille, era il film che meritava!

#pupottina: grazie!

#christian: sì quella scimmiottata se la poteva evitare... all' inizio era bella poi alla lunga stancava e soprattutto non aveva granchè senso... nel complesso un gran bel film ma eviterei di urlare al capolavoro! ciao, a presto!

Anonimo ha detto...

si infatti mi dispiace che l'ultima generazione urli al capolavoro ogni qual volta esce il trailer dell'ultimo film di Tarantino, questo me l'ha reso addirittura antipatico, quindi pregherei a queste persone di calmarsi, è per il bene di Tarantino, per la sua incolumità e anche la mia. Grazie.
Comunque lo vedrò presto, questa recensione mi ha chiarito un pò le idee, ma a prescindere Pitt che scimmietta non me lo perdo!

monia ha detto...

#j.doinel: concordo anche a me tutto questo vociare mi rende antipatici i film ed i registi; questa volta, però, prima di andare non ho letto e sentito nulla...poi ero curiosa di vederlo! un bel film, ben fatto ma lo ripeto per l' ennesima volta: i capolavori sono ben altri ^_^!!!!
ciao, a presto!

Roberto Bernabò ha detto...

Mah, non siamo d'accordo Monia. Siamo ad un capolavoro a mio modo di vedere.

Il Cinema che salva il mondo dai nazisti, in un cinema mentre si proietta un film di propaganda nazista, e costruire tutto un impianto narrativo che porta avanti due storie parallele che culminano nelle sequenze finali, senza mai fare capire come proseguiranno gli eventi, non è roba da poco, credimi.

Tarantino si è cimentato in una operazione cinematografica, metalinguistica, di rara raffinatezza cinefila.

Il tuo giudizio mi sembra come minimo riduttivo rispetto ai 10 anni di gestazione del progetto.

Per me una vera e propria straordinaria riflessione sul Cinema.

Con stima,

Rob.

Roberto Bernabò ha detto...

Senza considerare la selezione del cast e le rese attoriali, la scelta delle location, ed una infinità di altre cose che solo i capolavori in genere hanno. Va beh, ok. La pianto qui.

;-)

Rob.

monia ha detto...

#roberto: non mi sembra di aver minimizzato il duro lavoro di tarantino; come ho detto nella prima parte della recensione il regista ha curato molto bene ogni particolare del film e, come è ovvio, una caduta di stile non pregiudica l' intera opera.
semplicemente non lo definisco capolavoro, non perchè non sia bello, ma perchè, a mio avviso, un capolavoro è una pellicola che segna un cambiamento nella storia del cinema, d' altra parte mi sembra proprio che se applichiamo la parola capolavoro in arte o lettereatura ci accorgiamo che i capolavori sono quelli che hanno modificato il modo d' intendere una particolare realtà. per concludere, non mi sembra il caso di chiamare capolavoro qualsiasi film ben fatto che esca in un periodo in cui escono per la maggior parte emerite schifezze, in questo modo finiamo solo per perdere il significato delle parole. grazie della visita, a presto!

Christian ha detto...

Il Cinema che salva il mondo dai nazisti

Non è così. Per salvare il mondo dai nazisti, bisogna distruggere il cinema. Bruciare la sala, anche se ereditata dalla zia per proiettarci film di Clouzot. Uccidere registi e attori (persino Emil Jannings...).
Anche nella finzione muoiono attrici (Bridget von Hammersmark), attori (Fredrick Zoller), critici (l'ufficiale inglese) e in generale amanti della settima arte (sì, perché anche quello di propaganda è cinema).
Avrei gradito di più una Shosanna che avesse detto: "piuttosto che bruciare il mio cinema e le centinaia di pellicole di nitrato d'argento accumulate con amore in anni e anni, lascio vivere i nazisti!". Quella sì che sarebbe stata vera cinefilia! ^^

UIFPW08 ha detto...

Complimenti per la recenzione.Brava.

monia ha detto...

#christian: sì appunto il cinema è sacrificato per un bene superiore...così shosanna sarebbe una vera cinefila francese, ma quello di sdistruggere tutto pur di sconfiggere il nazismo è spirito molto molto americano.

#uifpw08: grazie mille e grazie della visita! a presto!

Martin ha detto...

Non ho ancora visto il film ma un paio di considerazioni già le posso fare.
Quest'ultimo Tarantino qualcosa del capolavoro ce l'ha già ovvero la capacità di far parlare di sè.
Di questo film si parla ovunque e si discute anche animatamente.
Chiaramente non è una condizione sufficiente ma di sicuro è un segnale forte.
Seconda cosa, occorre essere onesti, sia estimatori sia denigratori: cinema come quello di Tarantino non lo fa nessuno.
Forse sarà perchè certe cose le sa fare solo lui o forse perchè nessun altro se lo può permettere ma anche film come A prova di morte dimostrano una forza cinematografica e una ricchezza di idee straordinaria.
Poi qualcuno potrà non gradire ma Tarantino rimane uno dei pochi veri autori sulla piazza oggi.
E, a scanso di equivoci, dico la stessa cosa anche di registi che detesto come quel burlone di Von Trier.

monia ha detto...

#martin: concordo con il fatto che non ci siano in giro molti registi come tarantino; anch' io apprezzo il suo lavoro, ma se qualcosa risplende in un panorama grigio non significa automaticamente che sia un capolavoro; se vogliamo usare paroloni a caso e se diciamo capolavoro per dire bel film, se facciamo della lingua italana un uso personale che esula da i veri significati delle parole come orma avviene di consueto che devo dire?! inglourous basterds è un capolavoro.

Martin ha detto...

Dovresti sapere che anch'io odio l'uso spropositato di superlativi tipica di questi tempi.
Per il film in particolare tra qualche ora finalmente sarò in sala a gustarmelo o almeno spero (di gustarmelo, al cinema ci vado anche con una gamba sola stasera).

Fabrizio ha detto...

Un film di genere lineare, dove le citazioni non sono più momento ludico, ma sono al servizio della storia. Non più tanti generi cinematografici messi insieme, che in passato portavano (con ottimi risultati)alla visione di piccoli collage, di scene che da sole potevano essere dei mini film, ma frullati tra di loro per dare corpo ad una sola pellicola. Per me questa è la novità di Bastardi senza gloria.

AlDirektor ha detto...

Brava per la recensione. Ormai sono quasi saturo di opinioni sul film di Tarantino (credo resterà il film più recensionato dell'anno). Ma, che dire, mi trovo d'accordo con molte parti del tuo pensiero. Tranne che su uno (che ho sottolineato anche da altre parti): personalmente il film non mi sembra nemmeno ridondante. O forse, non credo sia ridondante perchè il regista è Tarantino.

monia ha detto...

#martin: si, infatti, mi è sembrato strano tu lo definissi capolavoro senza averlo visto e solo perchè ne parlano tanto in giro ^_^ comunque adesso dovresti averlo fisto anche tu...aspetto di sapere che ne pensi! ciao

#fabrizio: sì concordo, il citazionismo è utilizzato con molta più linearità rispetto alle pellicole precedenti e si amalgama bene alla struttura narativa.ciao, ciao.

#aldirektor: sì, ne abbiamo scritto tutti ;) diciamo per quanto mi riguarda ch ci sono delle parti ridondanti ce non stonano (la parte spatter ad esempio) proprio perchè, come dici tu, il regista è tarantino;mentre altre, come quella parte d pitt/brando che ho trovato troppo ridondante e che, secondo me, rimane un grave errore soprattutto perchè tarantino da amante del cinema dovrebbe sapere che la parte finale come quella iniziale sono quelle che rimangono più impresse nella memoria dello spettatore e per la riuscita di un buon prodotto devono essere, almeno secondo gli stilemi del cinema di massa, le migliori. ciao, a presto.

Luciano ha detto...

L'ho visto da poco e mi sembra un ottimo film, ma mi sento come se fossi stato investito dalle immagini e devo attendere un po' per far calmare le acque. Non so se sia o meno un capolavoro, perché ritengo che sia il tempo a decidere le sorti di un testo e perché la prospettiva dei contemporanei è "interna" all'evento. Comunque penso di poter affermare che sia un film notevole. Ottima recensione.

Martin ha detto...

Condivido il giudizio e trovo particolarmente azzeccato il riferimento all'appiattimento televisivo in cui QT non rischia lontamente di cadere.
Eppure, malgrado gli aspetti positivi che bene evidenzi,non posso fare a meno di essere molto deluso.
Da Tarantino mi aspetto molto di più, mi aspetto un anima che sopravviva al gioco solipsistico (per quanto non privo di fascino) dell'autore.
Mi rendo conto che probabilmente è un problema mio di aspettative troppo alte, ma almeno da lui mi aspetto un po' più di sostanza e non solo puro e semplice "amore per il cinema".

monia ha detto...

#luciano: grazie! infatti è quello che penso anch' io, non si può parlare di capolavoro soprattutto perchè siamo troppo "coinvolti" nella faccenda ^_^ sono contenta che ti sia piaciuto! ciao ciao

#martin: a mio modesto parere, prima di guardare un film non si dovrebbero aver aspettative; come per tutto anche al cinema vale il fatto che più aspettative ci facciamo più la delusione è prossima; come ho scritto, l'ho trovato un buon film, un film da "cinema". purtroppo il panorama in cui ci muoviamo credo non ci permetta di giudicare obbiettivamente, ci fossero più bei film in circolazione magari inglorious basterds ci apparirebbe come un emerita schifezza ;) quindi tutto è relativo, io rimango dell' opinione che sia un buon film, poi si vedrà, come ha scritto luciano solo il tempo ci farà comprendere se abbiamo assistito al capolavoro! un caro saluto, a presto!

Daddun ha detto...

Gran bel film che mi ha fatto ritrovare il Tarantino che piace a me ovvero quello privo di orpelli dei primi tempi.
Ciao, Ale

Anonimo ha detto...

Io mi trovo d'accordo con Roberto Bernabò questa volta, soprattutto sulla questione del metalinguaggio e della potenza del cinema. Cioè nella scelta di sconfiggere il nazismo attraverso il cinema non c'era del gusto cinefilo. Il gusto cinefilo era in tutte le citazione sparse qui e lì. In quella precisa scelta invece, c'era un tipo di riflessione più profonda rispetto al mero citazionismo (che è comunque delizioso). A mio avviso c'era proprio il riferimento all'immane forza che il cinema ha nel portare a cambiamenti sociali, politici, ecc...Detto veramente in soldoni comunque e fermo restando che si tratta di una mia umile opinione.

Ale55andra

monia ha detto...

#daddun: concordo! gran bel film!

#ale55andra: ma il nazismo non è sconfitto dal cinema... si utilizza il cinema per distrugerlo, ma la sconfitta di hitler è sancita anche dalla sconfitta del cinema; come ha detto anche christian tutti i simboli cinematografici vengono anientati (attrice, proiezionista e cinema stesso) e si bruciano pellicole...non mi sembra che sia il cinema quindi a distruggere il nazismo, casomai il cinema può essere un mezzo.

Anonimo ha detto...

Complessivamente è piaciuto anche a me. Ovviamente a livello contenutistico non aggiunge nulla alla filmografia di Tarantino. Però tecnicamente è molto maturo.

In fondo però non mi è piaciuta l'idea di sfruttare l'immaginario collettivo della tragedia della seconda guerra mondiale mettendo in scena una "vendetta ebraica", nel finale si affida a questo linguaggio universale, non parla di una "vendetta di Shoshanna". A me ha infastidito, per sensibilità, magari qualcuno non si sarà posto neanche questo proposito. Il contesto storico è stato valutato solo per sollecitare forti sentimenti irrazionali...

A parte questo, finisco con una nota positiva. Ho trovato notevole la sequenza dell'omicidio di Shoshanna, vale l'intera visione del film, mette in scena una tragedia dell'asincronia dei sentimenti in cinque minuti. Strano che nessuno l'ha citata.