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NUMERO19 | NOVEMBRE’09




RAPPORTO CONFIDENZIALE. rivista digitale di cultura cinematografica

NUMERO19 NOVEMBRE’09
free download 10,9mb 3,37mb ANTEPRIMA

http://www.rapportoconfidenziale.org/

SOMMARIO del NUMERO19 (novembre 2009)

4 La copertina di Josh Pesavento

5 Editoriale di Roberto Rippa

6 Brevi appunti sparsi di immagini in movimento di Alessio Galbiati e Roberto Rippa

7 Bad Lieutenant: Port of Call New Orleans di Gianpiero Ariola

9 LINGUA DI CELLULOIDE Il ventre dell’architetto cineparole di Ugo Perri

10 Il nastro bianco di Alessandra Cavisi

11 La Taranta di Samuele Lanzarotti

12 RC SPECIALE – SOLO LIMONI. Genova – G8 – 2001 a cura di Alessio Galbiati
13 • Il cineocchio sul G8. Il concatenamento collettivo di enunciazioni di Giacomo Verde sui fatti del G8 genovese del 2001 di Alessio Galbiati
14 • Intervista a Giacomo Verde di Alessio Galbiati
Giacomo Verde
18 • bio
18 • video-filmografia (1983-2006)
20 • BELLEZZA e GIUSTIZIA. appunti per una riflessione su arte, politica, G8 di Genova di Giacomo Verde
22 • Genova – G8 – 2001. Videografia a cura di Alessio Galbiati

24 Il tempo muore anche al cinema. François Truffaut e il ciclo Doinel di Monia Raffi

29 Alan Turing: il film sarà bellissimo! di Costanza Baldini

30 L’ELENCO DI n COSE – classificazione enciclopedica del nulla #1 a cura di Gregory Arkadin
I 6 film che non possono mancare nella videoteca dell’ex-governatore del Lazio, Piero Marrazzo.6 titoli per provare ad accettare la propria reale natura e vivere serenamente.

34 RC SPECIALE – Quentin Tarantino’s. INGLOURIOUS BASTERDS a cura di Alessio Galbiati e Roberto Rippa
35 • Inglourious Basterds di Roberto Rippa
36 • Inglourious Basterds. Le convergenze parallele (e bastarde) di Quentin Tarantino di Alessio Galbiati
38 • Riferimenti cinematografici
39 • Personaggi
40 • Riferimenti musicali
40 • Colonna sonora

42 Pedro Almodóvar Caballero di Alessio Galbiati
46 • Pedro Almodóvar. Filmografia completa (1978-2009)
47 • Bibliografia. La critica in lingua italiana

Inglourious Basterds di Quentin Tarantino

Nel panorama odierno dove il cinema si muove su di una linea emotiva sempre più piatta, Tarantino riesce ancora ad entusiasmare: il regista sembra essere uno dei pochi ad avere ben salda in mano la ricetta del successo assicurato. Un successo non difficile da codificare se si pensa a quello che è stato il fil rouge del cinema come spettacolo, vale a dire lo stupore; e, infatti, anziché accumulare nella pellicola piani su piani Tarantino vi condensa lo spirito, ciò che accomuna Sergio Leone ai film di genere, gli spaghetti western al cinema d’autore, ovvero cercare di stupire lo spettatore grazie alla magia che ha in seno il cinema quando la miscela degli ingredienti (sceneggiatura, messa in scena, effetti, colonna sonora ecc. ecc.) è azzeccata.
La pellicola si muove tra due storie parallele ambientate nella Francia occupata dai nazisti che s’ intrecceranno, poi, nel comune finale. Da una parte quella di Shosanna Dreyfus (Mélanie Laurent), ebrea scampata allo sterminio della propria famiglia che eredita un cinema a Parigi e medita una vendetta contro i nazisti; dall’altra quella di Aldo Raine (Brad Pitt) tenente di una compagnia di soldati ebrei che si prefigge di sterminare tutti i soldati nazisti che incontra e di far loro lo scalpo, la squadra dei Bastardi (da qui il titolo del film) si troverà a collaborare poi con un’attrice tedesca, Bridget Von Hammersmark (Diane Kruger) con la quale sarà pianificato un attentato alle alte cariche del Terzo Reich.
Tarantino rimaneggia un pezzo di grande storia europea con la sapienza di chi scrive un film americano di genere utilizzando semplici stilemi ad effetto (nazisti come il male da combattere per ristabilire la giustizia, caratterizzazione stereotipica dei personaggi ) ma insieme, oltre alla parte metacinematografica -punto debole di ogni cinéphile, vi è lo spirito del cinema europeo, se vogliamo più idealista e dai margini più sfumati che ritroviamo nella storia d’amore tra due “emarginati” (l’ebrea e il francese di origini africana) che vive dentro le mura di un cinema e sconfigge l’ira nazista grazie alla passione delle idee.
Non bisogna ovviamente urlare al capolavoro, il film, piacevole nel complesso, non è scevro di pecche come la durata eccessiva e i dialoghi che se da un lato scoppiettano per il gioco linguistico creato tra francese, inglese e tedesco (che scema però nei sottotitoli italiani che traducono superficialmente) si dissipano poi in futili giochi di parola che alla lunga risultano ridondanti; e, se la trovata di un Brad Pitt attore siciliano “travestito” da Marlon Brando nei primi momenti è una vera chicca, non si capisce perché poi debba durare per tutto il finale anche una volta caduta la maschera del tenente, trasformando quello che poteva essere un simpatico escamotage cinefilo in un inutile scimmiottamento.
Tarantino è riuscito a metter su un buon film che nonostante la durata dilatata ltiene desta l’attenzione dello spettatore; altro merito è quello di aver fatto rivedere al cinema un film che non sia un mero surrogato televisivo e da ultima, ma perciò non meno importante, l’esser stato capace di trasmettere in toto al pubblico il grande amore che nutre per il cinema seppur attraverso un “film di Guerra” come Inglorious Basterds.